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Abbruciamento

L'abbruciamento dei residui vegetali è una pratica agricola tradizionale con benefici ambientali, ma la combustione non controllata è dannosa per l'aria, la salute e il clima.


Descrizione

L’abbruciamento dei residui vegetali è considerato da molti una pratica agricola ordinaria, finalizzata non solo a ripulire il terreno, ma anche alla mineralizzazione degli elementi contenuti nei residui organici, alla concimazione dei terreni coltivati ed al controllo delle fonti di inoculo e propagazione delle fitopatie in grado di colpire le colture agrarie, ma la combustione non controllata di residui agricoli produce sostanze inquinanti con impatti a scala globale, regionale e locale sulla qualità dell’aria, la salute umana ed il clima.
Alba: deroga al divieto di abbruciamento degli scarti vegetali - Il Corriere di Alba Bra Langhe e Roero
La Regione Autonoma della Valle d’Aosta, ha creato delle linee guida con lo scopo di di fornire uno strumento di supporto al cittadino, da consultare prima dell’inizio del periodo autunnale/invernale, periodo in cui abitualmente vengono effettuate la pulizia di prati e orti e le potature delle piante, al fine della corretta gestione di una pratica agricola largamente diffusa.

Domande frequenti poste dai cittadini

Bruciare rami e sterpaglie è reato?
Bruciare residui vegetali in genere, ad esempio toppie, ramaglie e avanzi di potature, è una pratica agricola molto diffusa, in quanto per molti anni si è trattato di un’attività lecita.

Alla luce dei più recenti interventi normativi e giurisprudenziali, tuttavia, è necessario adottare particolari cautele in quanto si rischia di incorrere in sanzioni civili, ma anche penali.

Immissioni di fumo, cosa prevede la legge
Ricordate che il Codice Civile punisce il proprietario di un fondo le cui immissioni di fumo nel fondo vicino superino la normale tollerabilità. Pertanto, resta vietato appiccare un falò che generi fumi irrespirabili e insopportabili, in prossimità della proprietà confinante.

Il reato di combustione illecita di rifiuti

Al fine di reprimere le vicende criminose e dannose per l’ambiente, negli anni passati è stato introdotto il reato di “Combustione illecita di rifiuti“.

Il reato, nella sua ipotesi base, punisce con la reclusione da due a cinque anni chiunque appicchi il fuoco a rifiuti abbandonati o depositati in maniera incontrollata in aree non autorizzate.

Se ad essere bruciati illecitamente sono rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, come giardini, parchi e aree cimiteriali, si applicano le sanzioni amministrative pecuniarie previste dall’articolo 255 del Codice dell’Ambiente per l’abbandono di rifiuti (sanzione da 300 euro a 3.000 euro).

Bruciare sterpaglie: quando è una “normale” pratica agricola

In generale, le sentenze della Cassazione hanno stabilito che la combustione degli sfalci e dei residui da potatura, ove non determini un danno per l’ambiente o metta in pericolo la salute umana, rientra nella normale pratica agricola.

Più in generale, il Codice dell’ambiente prevede l’attività di raggruppamento e abbruciamento in piccoli cumuli e in quantità giornaliere, non superiori a tre metri steri per ettaro, dei materiali vegetali effettuate nel luogo di produzione.

Resta al tempo stesso vietata la combustione di residui vegetali agricoli “nei periodi di massimo rischio per gli incendi boschivi, dichiarati dalle regioni”, attribuendo quindi ai comuni e alle altre amministrazioni competenti in materia ambientale “la facoltà di sospendere, differire o vietare la combustione del materiale di cui al presente comma all’aperto in tutti i casi in cui sussistono condizioni meteorologiche, climatiche o ambientali sfavorevoli e in tutti i casi in cui da tale attività possano derivare rischi per la pubblica e privata incolumità e per la salute umana, con particolare riferimento al rispetto dei livelli annuali delle polveri sottili (PM10)“.

In Valle d’Aosta il divieto viene disposto con un provvedimento del Presidente della Giunta che lo dispone in base alla condizioni atmosferiche o a situazioni contingenti.

Resta comunque proibita, su tutto il territorio della Regione, l’accensione di fuochi a distanza inferiore a 50 metri da terreni boscati, arbustivi o pascolivi.

Si possono abbruciare i residui vegetali derivanti da sfalci, potature, e pulizia di prati e campi. Mentre i residui più grandi devono essere conferiti alle isole ecologiche.

Ricordate che COSTITUISCE REATO bruciare il materiale vegetale che non sia stato prodotto nel terreno in cui avviene la combustione e laddove la combustione stessa non sia finalizzata al reimpiego come concime o ammendante dei residui, bensì alla mera eliminazione del rifiuto.

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